CommodoreIntervistePodcastRetrocomputerstoriaVic20

[podcast] 8×01: The Exclusive Tomczyk Interview – Lo “Zar” del Commodore Vic-20

Inizia la nuova stagione e lo fa con il botto!
Si parte con una intervista ESCLUSIVA di straordinario valore storico:
Michael Tomczyk, “lo Zar del Vic-20”, ripercorre con noi i suoi anni alla Commodore, ci racconta della nascita del VIC20, del Commodore C64, di Jack Tramiel, della Commodore Japan e tante altre notizie assolutamente inedite.

L’intervista è in lingua inglese, ma nel podcast troverete una intro e una outro in italiano per introdurre e riassumere i contenuti.

Pubblicheremo a breve sul nostro canale YouTube il video (stiamo terminando gli assets) con i sottotitoli in Italiano, per chi volesse un supporto con la lingua (e/o vorrà riascoltare!).

Buon ascolto, e rimanete con noi!

Intervista a cura di Roberto Tomaiuolo e Carlo Santagostino.

Share

Carlo Santagostino

Una vita per l'informatica. Ho imparato a programmare all'età di 12 anni (1982) e non ho più smesso.

3 pensieri riguardo “[podcast] 8×01: The Exclusive Tomczyk Interview – Lo “Zar” del Commodore Vic-20

  • Ci tenevo a ringraziarvi per il lavoro svolto e la passione profusa. L’ intervista a Tomczyk è stata una vetta nell’ eccellenza dei podcast di archeologia informatica e confido che manterrete l’asticella sempre a questa altezza. Lacrimuccia per la dipartita audio di Pizzi; trovo che la sua figura fosse analoga a quella del “color commentator” degli sport americani, quello che a gioco fermo snocciola statistiche, fornisce una propria visione e sovente tira giù la cazzata o la battuta, senza minimamente intaccare l’ autorevolezza dei colleghi. Mi mancherà. Grazie di nuovo.

    Rispondi
  • ciao, grazie per l’ottimo (vorrei dire eccellente se non fosse per l’accento romanaccio di Pizzi… XD ) podcast; trovo bellissima la sigla iniziale, da dove e’ presa?

    Rispondi
    • A dire il vero io, Simone Pizzi, ho provato a fare di tutto affinché conducessero il programma da soli ma poi mi ritirano dentro con le scarpe. Ovviamente spero sempre che la gente si soffermi sui contenuti anziché sugli accenti dialettali che, se ancora oggi danno fastidio, allora qualcosa non va. Soprattutto perché non è che gli altri hanno uno speaking così pulito e libero da accenti.

      Rispondi

Rispondi a Simone Pizzi Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.