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[Podcast] 1×04 Short 02: 1984, Il Salto Quantico – Sinclair QL e altri disastri

Per questa seconda puntata short di Archeologia Informatica, Carlo Santagostino ed il sottoscritto, Stefano Paganini, viaggiano nel tempo verso Marzo 1984, sempre a Londra alla ri-scoperta del Sinclair QL.

L’anno è importante: nel 1984 si prepara la svolta del passaggio da 8 a 16 bit, esce Apple Macintosh ed il PC/AT.

Per dovere di cronaca, citiamo anche il precedente episodio AI 1×01 Short relativo al 1982 ed allo ZX Spectrum, di cui vi consigliamo l’ascolto!

“Quando abbiamo introdotto lo Spectrum non immaginavamo cosa fare dopo. Ora che abbiamo lanciato il QL non sappiamo dire in che direzione ci porterà…”

Con queste parole Sir Clive Sinclair, annunciava il QL, il 2 marzo 1984, alla rivista inglese Your Spectrum, ahimè ignorando la magra sorte che il mercato avrebbe riservato al suo gioiello e con questo memorabile spot TV, Sir Clive lo presentava al mondo:

Sinclair QL: hardware

CPU: Microprocessore Motorola 68008 7,5 mhz con architettura interna a 32 bit e bus dati a 8 bit, capace di indirizzare sul QL 1 MB di memoria (bus indirizzi a 20 bit).
Si tratta di architettura ibrida 68008: una scelta budget-oriented tra le tante di Sinclair.
La RAM di 128 KB, espandibili a 640, di cui 32 KiB riservati alla memoria video era un vero record per l’epoca e voleva attirare probabilmente più gli utenti business che i profughi dello ZX Spectrum.
L’architettura, al pari di quella dello ZX Spectrum contava su chip custom di Ferranti Electronics; due coprocessori affiancavano il 68008: un Intel 8049 e ben due ULA, ZX8301 display controller e ZX8302 per le periferiche.

Due le modalità grafiche: 512×256 a 4 colori, 256×256 a 8 colori fissi e lampeggianti.
I colori erano definibili singolarmente per ogni punto e il sistema operativo era capace di miscelare i colori disponibili (dithering) colorando differentemente pixel contigui per simulare più sfumature.

Due ZX Microdrive da 100 KiB ciascuno circa, ereditati dallo ZX Spectrum, costituivano la memoria di massa di base; un bel salto per gli ZX user abituati alle cassette e con una precisa ed intelligente suddivisione: un drive per il programma (ad esempio il Word Processor) ed uno per i dati (i documenti), uno schema che tuttora ha un senso…

Innovativa la sezione network QLan: due porte con connettori di tipo Jack con possibilità di comunicare con altri 63 computer alla velocità di 100 Kbit per secondo.
Anche in questo caso si tratta di un’eredità dello ZX Spectrum e dell’Interface 1 e del retaggio in ambito scolastico dell’Econet presente sui BBC Micro Model B.

Software.

Il Sistema operativo, QDOS (QL Disk Operative system) era (a quanto possiamo ricordare) il primo in assoluto su un computer così poco costoso dotato di capacità multitasking realmente preemptive, basato sul multithreading realizzato da Tony Tebby.
Altro punto di forza il SuperBASIC, un linguaggio di programmazione avanzatissimo (ancora oggi) e con comandi specifici per I/O, networking e grafica avanzata.
La vera innovazione del QL rimangono i programmi a corredo sviluppati da Psion: praticamente la versione di Office del 1984, Quill, Abacus e Archive costituivano la trinità (insieme al programma di business graphics) del software gestionale di riferimento il settore business.
Una delle altre perle software di Psion fu QL Chess, ai tempi un vero mostro della scacchiera.

Sinclair QL Psion Software

L’accoglienza del mercato.

Clive Sinclair aveva puntato ad entrare nel mercato professionale (computer per ufficio di fascia bassa), ma ebbe un cattivo riscontro di mercato, proprio a causa dei numerosi bug che affliggevano il sistema operativo QDOS e per la scarsa affidabilità dell’hardware.
Da un lato la tastiera, con layout vero ma ancora con una maledetta membrana sottostante, dall’altro i microdrive, praticamente inutilizzabili per il business data la loro peculiare inaffidabilità.
Annunciato troppo presto a Gennaio 1984, consegnato troppo tardi (verso Aprile 1984) e con alcuni bug risolti solo grazie ad una ROM aggiuntiva (il famigerato ‘dongle‘): l’avvio fu subito molto difficile.

Già a Giugno 1984 era lo stesso Sir Clive a scusarsi per alcuni bug di gioventù e a promettere “migliorie a breve”.

Alcune note su Tony Tebby, che meriterebbe un capitolo a parte:

Tony Tebby è famoso per essere il padre del QDOS, il sistema operativo usato dal Sinclair QL, realizzato mentre lavorava come ingegnere alla Sinclair Research agli inizi degli anni ’80.[1] Lasciò la Sinclair Research nel 1984 come protesta per il prematuro lancio sul mercato dello stesso QL,[1] creando una nuova società (QJUMP Ltd.) una software house specializzata in software di sistema e utility per il QL.
Fra i software sviluppati dalla QJUMP: SuperToolkit II, una collezione di estensioni di sistema per il QDOS e il suo linguaggio di programmazione SuperBASIC una serie di driver per floppy-disk che diventerà lo standard de facto per tutte le interfacce floppydisk e harddisk poi sviluppate da terze parti QPR (QJUMP Pointer Environment) un ambiente di puntamento che estendeva le caratteristiche primitive del display originale del QL in qualcosa di simile a una moderna GUI.
Nei primi anni ’90 ha sviluppato un nuovo sistema operativo compatibile con il QDOS denominato SMSQ utilizzato inizialmente per la scheda QXL della Miracle System. Una versione avanzata del sistema denominato SMSQ/E fu realizzata per l’ATARI ST per una serie di altri emulatori hardware del QL.

L’infausta parentesi Sinclair C5.

Molto, anche troppo è stato scritto sul veicolo a tre ruote che costò diversi milioni di sterline (dell’epoca) a Sinclair ed alla sua società e che pose le basi per la vendita di tutti gli asset ad Amstrad (e la conseguente fine di un’epoca).
Un oggetto di culto (oggi) ma allora bersagliato da severe critiche per tutte le sue limitazioni.
Questo il video di presentazione ufficiale:

Sinclair QL e Linux?

Linus Torvalds ha attribuito parte della “spinta” a sviluppare il kernel di Linux al fatto di aver usato un Sinclair QL a metà degli anni ’80 e di aver dovuto, causa la mancanza endemica di software per QL, imparare a sviluppare in proprio il codice invece di poter contare, ad esempio, sulla vastità disponibile per PC/MS-DOS.

Il QL “post-mortem”:

L’architettura del Sinclair QL ha avuto una “vita dopo la morte” nella forma del ICL One Per Desk, un un computer molto avveniristico (ancora!) venduto dalla stessa ICL e da British Telecom come un ComputerPhone: un apparecchio, cioè che integrava anche un apparecchio telefonico (in modo abbastanza simile agli attuali terminali VoIP della CISCO) e del software di CTI (Computer-Telephony-Integration), grazie al quale la rubrica, le chiamate telefoniche ed altre funzioni erano disponibili via software.
Quasi inutile sottolinearlo: purtroppo finì nel dimenticatoio…

Sinclair oggi.

Sir Clive si è sposato di recente e, in questa intervista del 2010 a BBC Click, dichiarava, tra le altre cose, di non avere un cellulare (“ho un telefono fisso, se mi vogliono chiamare”) e di rimpiangere l’epoca d’oro di ZX80/81/Spectrum per la spinta (indispensabile) che diede a centinaia di migliaia di persone ad imparare a programmare e confrontarsi con hardware relativamente semplice.

Il mercato periferiche fu particolarmente vivace anche se non come quello per ZX Spectrum, in Italia si distinse la Sandy Computer Products con alcune interfacce per floppy da 3,5″ e parallela che ancora oggi sono in uso.

Alcune fonti, link e riferimenti nel vasto panorama disponibile:

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3 pensieri riguardo “[Podcast] 1×04 Short 02: 1984, Il Salto Quantico – Sinclair QL e altri disastri

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